Oggi ricorre l’anniversario della proclamazione del primo Tricolore d’Italia. La bandiera della Repubblica italiana nasce a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797, quando il Parlamento della Repubblica Cispadana, su proposta del deputato Giuseppe Compagnoni, decreta “che si renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di tre colori verde, bianco e rosso, e che questi tre colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti”.
Dall’epoca napoleonica, al Risorgimento, all’Unità d’Italia fino ad arrivare alla nascita della Repubblica. I tre colori sono stati un emblema di libertà giunto ai nostri giorni con il riconoscimento ufficiale nel decreto legislativo presidenziale del 19 giugno 1946 che stabilì la foggia provvisoria della nuova bandiera, confermata dall’Assemblea Costituente nella seduta del 24 marzo 1947 e inserita all’articolo 12 della nostra Carta Costituzionale.
Espressione delle speranze e degli eroismi di un popolo diviso che voleva l’Italia unita – nel suo Canto agli Italiani, Mameli scriveva nel 1847 “Raccolgaci un’unica bandiera, una speme” – il Tricolore da simbolo di riscossa è divenuto emblema di libertà conquistata con il sacrificio di molti. Simbolo della nostra identità, rappresenta il sentimento di unità degli italiani.
La giornata venne istituita dalla legge n. 671 del 31 dicembre 1996, con l’intenzione di celebrare il bicentenario della nascita a Reggio Emilia della bandiera italiana, che avvenne ufficialmente il 7 gennaio 1797 con l’adozione ufficiale del Tricolore da parte della Repubblica Cispadana, stato napoleonico nato l’anno precedente e dipendente dalla Prima Repubblica francese.
l 31 dicembre 1996, con la medesima legge che istituiva la Festa del Tricolore, venne costituito un Comitato nazionale di venti membri che aveva l’obiettivo di organizzare la prima commemorazione solenne della nascita della bandiera italiana[3]. Il Comitato era composto da personalità istituzionali, tra cui i presidenti delle camere, e da membri provenienti dalla società civile, particolarmente dall’ambito storico e culturale[3]. All’epoca fu anche proposto di non festeggiare la data, se non addirittura di modificare la bandiera stessa, ipotesi scarsamente accolte dai membri del Parlamento.
Per quanto riguarda il cerimoniale, nel giorno della Festa del Tricolore, presso il Palazzo del Quirinale a Roma, viene eseguito il cambio della Guardia d’onore in forma solenne con lo schieramento e la sfilata del Reggimento Corazzieri in uniforme di gala e della Fanfara del IV Reggimento Carabinieri a cavallo. Questo rito solenne viene svolto solamente in altre due occasioni, durante le celebrazioni della Festa della Repubblica Italiana (2 giugno) e della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate (4 novembre).
A Reggio Emilia, in piazza Prampolini, la Festa del Tricolore viene celebrata con la visita di una delle più alte cariche della Repubblica Italiana (il Presidente della Repubblica o il presidente di una delle camere), che assiste all’alzabandiera sulle note de Il Canto degli Italiani di Goffredo Mameli e Michele Novaro e che rende gli onori militari a una riproduzione della bandiera della Repubblica Cispadana[6]. Subito dopo un militare della Brigata paracadutisti “Folgore” che porta un Tricolore nelle mani plana in piazza Prampolini[6]. Alla celebrazione officiata dalle massime cariche dello Stato seguono poi varie iniziative culturali che coinvolgono anche le scuole di Reggio Emilia[6].
Come in altre date solenni, nel giorno della Festa del Tricolore la bandiera italiana deve essere esposta in tutti gli uffici pubblici e istituzionali.