Nicosia (Enna), 4 mag. – Prima sentenza in provincia di Enna per un caso di mobbing. È stata emessa dal giudice monocratico di Nicosia in seguito a un’inchiesta condotta dal pm Massimo Lastrucci, nel dicembre del 2002, a carico di Alfio Ferrauto, 26 anni, di Lentini. Secondo l’accusa avrebbe minacciato una giovane di 29 anni, S. L., di Enna, costringendola nel luglio del 2002 a presentare le proprie dimissioni dalla ditta Fidia srl, nella Valle del Dittaino, dove Ferrauto è responsabile di produzione, dicendole che altrimenti sarebbe stata licenziata.
Il giudice Alessandro Ricciardolo ha condannato, adesso, Ferrauto a 4 mesi di reclusione. Ha concesso tuttavia all’imputato il beneficio della sospensione della pena per 5 anni e quello della non menzione della condanna nel certificato del casellario giudiziale. Ferrauto, però, è stato condannato al risarcimento del danno morale subito dalla giovane dipendente quantificato in 5000 euro.
La vicenda è stata ricostruita in aula durante l’istruttoria dibattimentale sul presunto caso di mobbing nei confronti della dipendente dello stabilimento Fidia srl, dove vengono prodotti apparecchi medicali. Secondo l’accusa, il capo produzione avrebbe reiteratamente minacciato, non sono verbalmente ma anche attraverso pressioni psicologiche, e attuato prepotenze di vario genere. Inoltre avrebbe pronunciato frasi del genere «dai le dimissioni, altrimenti non ti faccio campare», rendendo la vita difficile alla dipendente durante l’attività lavorativa.
Ferrauto avrebbe sottoposto la giovane a turni di lavoro massacranti costringendola, secondo l’accusa, a lavorare per circa una settimana e per 8 ore al giorno nella camera di lavaggio filtri dove vengono utilizzate soluzioni alcoliche dannose per la salute. Il rischio, è stato dimostrato, è elevato al punto che in questo reparto, a turno, vi lavorano tutti i dipendenti dello stabilimento per non più di due ore e normalmente per un solo giorno a settimana.
La dipendente il giorno successivo alle sue dimissioni inviò un telegramma alla Fidia srl, spiegando che le erano state estorte con minacce. Alla questione si interessò anche la Cgil che intervenne a sua difesa ma non ci fu nulla da fare poiché Ferrauto all’interno dell’azienda godrebbe di particolare influenza essendo legato a vincoli di parentela con soci dell’azienda stessa.
«È stata una significativa prima sentenza in provincia di Enna in materia di mobbing – dice l’avvocato Giuseppe Gioia che ha difeso la parte offesa – e questo dovrebbe far sì che la società civile e le istituzioni deputati al controllo della legalità sui posti di lavoro debbano allertarsi per evitare il ripetersi di altri spiacevoli episodi in danno dei lavoratori e principalmente fra le donne lavoratrici».
Al Tribunale di Nicosia è in corso un’altra causa, però civile e di lavoro, che dovrà valutare se esistano gli estremi per una riassunzione alla Fidia srl. della dipendente dimissionaria.
Angelo Severino